giovedì 28 settembre 2017

Ho ripreso a camminare
A respirare
A cucinare
Faccio yoga
Seguo un corso pre-parto
Aiuto mio figlio a fare i compiti
Lo vado a prendere a scuola
Preparo il pranzo
Chiacchieriamo seduti a tavola 
Leggo libri
Mi riposo quando sono stanca
Passeggio quando ne ho voglia



Sono in maternità da poco più di una settimana e sto iniziando a camminare a passo più lento. La gravidanza non è una malattia ma fare un bambino richiede tempo, pazienza, serenità. Cose delle quali si pensa di poter fare a meno ma la natura prima o poi reclama i suoi diritti: una certa calma, dolcezza, disponibilità e amore per il cucciolo che deve nascere. A me è successo di dovermi fermare. Dapprima non volevo, poi ho riflettuto, accettato e in fondo anche apprezzato la decisione premurosa, responsabile e vicina della dottoressa che mi segue in questo percorso. Ed ora si fa spazio sempre di più in me la consapevolezza di voler godere di questo momento, unico nella vita di ogni donna, perché so che fa bene a me e al piccino. 


Non voglio pensare al dopo, ma all'adesso, ad ogni singolo giorno con le sue routine, i suoi momenti inaspettati, la sua luce e i suoi odori. Il mio oggi ha avuto l'odore dell'autunno appena iniziato, delle foglie bagnate dalla pioggia dei giorni scorsi, del mosto che sta fermentando nelle cantine. 




Ha avuto il colore della luce velata di nebbia durante una passeggiata rinfrescante fra le colline di Staffolo. Una luce che non abbaglia ma accarezza e ti fa gioire di stare fuori un'oretta a passeggiare assaporando ancora la bella stagione. Il mio oggi ha avuto il sapore delle giuggiole, un frutto che adoro, e il suono delle parole di un nuovo audiolibro che mi ha proiettato nella mia adolescenza. Il libro è "Nessuno come noi" di Luca Bianchini, letto dallo stesso autore, e racconta del primo giorno di terza superiore di tre ragazzi. La scelta accurata della felpa da indossare, il viaggio in tram dalla periferia al centro di Torino e l'incontro con i compagni di classe e di vita. 

Storie che si intrecciano e mi hanno fatto ricordare il mio tempo, le mie emozioni di ragazza che si apriva al mondo e alle esperienze con un briciolo di spavalderia e tanto bisogno d'amore. Mi sono ricordata la mia classe, i miei professori, i miei compagni, i miei amori e mi è venuta voglia di andar a sfogliare quelle pagine ormai un po' ingiallite per ritrovare una traccia di quella dolce ragazza piena di sogni. Era lo stesso periodo, l'inizio dell'autunno, ed io mi accingevo ad iniziare un nuovo anno scolastico. 


Oggi sono qui ad accompagnare mio figlio in questa bella avventura che è la scuola mentre aspetto che un altro bimbo tra poco nascerà. Non poteva capitarmi un settembre più bello! Perché le stagioni siamo noi. L'autunno non è malinconia perché nei nostri occhi e nel nostro cuore si nasconde tutta la meraviglia del mondo.

Per scrivere questo post mi sono ispirata a questa citazione:
“Le stagioni siamo Noi. L’autunno non è malinconia, perché dovrebbe esserlo? L’inverno non è gelo d’anima, perché dovrebbe esserlo? È tra le nostre ciglia che si nasconde tutta la meraviglia del mondo. Se sappiamo aprire il cuore, se lo faremo davvero, allora la neve ci scalderà come lana e la pioggia ci proteggerà come un abbraccio d’amore.” Selene Pascasi, In attesa di me

e al bellissimo libro: “Amarlo prima che nasca” di Jean-Pierre Relier 

venerdì 1 settembre 2017

La vita è una sequenza di attimi. Attimi meravigliosi come il tramonto che abbiamo ammirato stasera dai Piani di Canfaito, un ampio altopiano alle pendici del Monte San Vicino. Un balcone naturale che si affaccia sull'Appennino centrale, dal quale è possibile scorgere innumerevoli vette, dal Catria ai Sibillini. Lo sguardo si immerge nell'infinita bellezza della natura che si colora di arancione al calar del sole. Dopo una bella camminata fra i faggi secolari si arriva in questo luogo magico, quasi completamente spoglio di alberi se non per uno, che solo soletto e piegato dal vento, guarda verso il San Vicino, che qui si può ammirare in un versante meno noto ma ugualmente suggestivo. 



In questa serata di fine estate, la distesa profuma di erba essiccata dal sole e brilla di uno splendido ocra interrotto qua e là dai fiori di montagna, eleganti e sinuosi. Enea che corre a perdifiato, i monti che fanno da cornice a questo attimo immenso. Il sole, una palla rossa incandescente, che si abbassa dietro ai monti fino a scomparire. La macchina fotografica di Mauro che immortala un momento che porterò nel cuore. 



E poi il ritorno alla macchina passando per la faggeta avvolta dalla semioscurità. Enea che racconta aneddoti: "Guarda, mamma, qui ci siamo passati tanti anni fa, questo è l'albero dove sono salito, questo invece è quello più antico." Quando cala il silenzio si sentono solo i campanelli delle mucche in lontananza che tornano al recinto dopo una giornata al pascolo e mentre la luna fa capolino con un suo spicchio argenteo in un cielo ancora lievemente colorato di azzurro usciamo dal bosco. Alcuni ragazzi sono impegnati a posizionare tende e furgoni per passare qui la notte. Penso che sarebbe bello rimanere qui così come lo è tornare a casa dopo aver riempito di bellezza gli occhi e il cuore.  


Salita in macchina mi ritrovo a pensare. Penso che la vita è una sequenza continua di attimi che fuggono via. Sta a noi saper cogliere in ciascuno di essi la potenza, la forza, la bellezza, l’insegnamento. E oggi per me questo è stato un attimo meraviglioso in cui mi sono lasciata andare, i pensieri si sono alleggeriti ed io ero immensamente felice di aver portato la mia pancia, insieme alla mia famiglia in questo luogo così bello. 

"Quando siamo felici, facciamoci caso."


Se vi ha incuriosito questo luogo delle Marche, potete scoprirlo cliccando qui

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