sabato 22 giugno 2013

Lavoriamo in un unico grande tavolo. In un intreccio di fili, di connessioni, di networking.

Siamo un team di 5 persone. Un SOCIAL MEDIA TEAM.



Siamo SOCIAL. Non solo perchè lavoriamo sui social network ma perchè chiacchieriamo, ci prendiamo in giro, ridiamo. In un clima di massima serenità che sviluppa appieno la nostra creatività. Che a sua volta veicoliamo nei MEDIA che gestiamo.

Siamo un TEAM. E questo è ciò che mi rende più fiera. Un vero e proprio intreccio di competenze che si intersecano tra di loro, si contaminano, divergono e poi convergono dando vita ad idee, progetti, sfide sempre nuove.

Noi siamo questo e molto più di questo.

C'è S, il social media strategist e capo team. È un tipo esuberante, sopra le righe. Burlone quanto basta. Autorevole quando serve. È lui che dice sempre l'ultima parola e di solito non la sbaglia. È lui che spesso ci mette d'accordo quando le idee si accumulano. Monitora, analizza, tira le fila. E se ne inventa sempre una. Le sue idee sono spesso dirompenti.

C'è A, il social media editor. È l'anima giornalistica del nostro team. Se vuoi un sinonimo chiedi a lui. Se vuoi una locandina chiedi a lui. Si, perchè ama scrivere ma anche fare il grafico. E non gli viene affatto male. Non si offende se sono troppo puntigliosa. È un ottimo collega e la sua risata è contagiosa.

C'è D, il social media developer. Lui si definisce più analogico che digitale. Ma se abbiamo un problema con la rete o con i computer chiamiamo lui. Che risponde sempre: “A disposizione!” Spesso ci propone dell'ottima musica. È anche grazie ad essa che siamo così creativi. È un intenditore di cinema. Lo insegna pure all'università.

Poi ci sono io, G,  che sono la smanettona. O "donna click". Così mi chiamano i colleghi. Io sono perennemente immersa nei meandri della rete. Quando non scrivo e posto foto mi aggiorno. Amo fare i collage e trovare sempre nuove forme di comunicazione a metà tra scrittura e fotografia. Li amo in connubio, in sintonia, in cooperazione. Io sono anche "la rossa semaforo". Quella che "fa le maratone a Staffolo". In poche parole la social media specialist del team.

E poi c'è F. Innamorata dell'arte, si divide fra i social media e le PR. Sa essere istituzionale quando serve, propositiva sempre, creativa all'ennesima potenza. La mattina la vedi arrivare col ciuffo spettinato e le cuffiette. Non potrebbe vivere senza la musica. A volte la ascolta in loop. E quando ha bisogno di una vena creativa si inabissa nel suo mondo fatto di musica e arte e quando riemerge ne ha inventata una delle sue. Il suo social preferito è Twitter. Ha sempre la risposta giusta al momento giusto. E ama gli attacchi creativi nelle frasi. Mi ha insegnato tanto. Ci siamo contaminate nel corso di questo anno.

Un anno fatto di risate, di scherzi, di un social wall pieno di "cazzate". Di foto, di tweet, di post. Di noi.

Ed è proprio davanti a quel social wall che ieri ho realizzato che F da oggi inizia un'altra avventura.

Cambiamenti. Evoluzioni. La rete va veloce e noi corriamo insieme a lei. A ritmo accelerato.

Il flusso creativo dovrà ricalibrarsi e reintrecciarsi nuovamente, raccogliendo nuovi stimoli. Nuove vibrazioni.

Ma le sfide ci piacciono e le affronteremo!

In bocca al lupo F! Questo post lo dedico a te!

sabato 15 giugno 2013

Sono passati quattro mesi.

Da quando ti ho lasciato per la prima volta, con la manina nelle tasche e il grembiulino azzurro a quadretti.


Osservavi dal vetro della porta finestra i bimbi giocare felici.
“Entriamo?”
“Va bene” mi hai risposto. Un po' curioso. Un po' impaurito.

Ad accoglierci la stanza colorata. I disegnini attaccati alle pareti. I bimbi rosa e azzurri.

Manuela con i ricci intrecciati fra le conchiglie colorate. Laura con le calze a righe e i ciuccetti. Gabriel con gli occhiali e lo sguardo assorto. Dennys, l’unico amichetto, a casa con l’influenza.

Li osservavi incredulo, uno per uno. Sei rimasto in silenzio con lo sguardo serio e indagatore.

Me ne sono andata. Ti ho lasciato con la manina nella tasca.

Ti ho ritrovato con il grembiulino sporco di arancione e il viso soddisfatto.

Sono passati quattro mesi.

Ora sai che quando sono al lavoro un uccellino mi riferisce se sei stato bene o se hai pianto. La sera a cena scherziamo sulla faccia che farai la mattina successiva quando saluterai il babbo. Sorridente o triste? Facciamo le scommesse. E ridi a crepapelle quando ti imito.

Ci racconti che il tuo amichetto preferito è Dennys. Che giochi sempre al “saltacorda” e che c'è un bimbo un po' dispettoso. Sara, la tua maestra, ti piace molto.



Arrivano i colloqui. I primi. E una grandissima soddisfazione.

"Enea è il bambino che tutte le maestre vorrebbero avere" Esordisce così la maestra Sara. Che ci fa vedere i tuoi disegni, ci racconta la tua vita all'asilo, le tue abitudini.

Ci dice che sei un bimbo attento, curioso, che ami ascoltare quando ti leggono i libri e giocare con il tuo amichetto preferito, Dennys. Che colori sempre dentro i bordi. Che ti trovi bene in mezzo ai bimbi. Che intervieni con interesse.

Anche se sei il più piccolo.



Da quella mattina di febbraio ti rivedo ora all'asilo, il giorno della recita. Sei lì che canti le canzoncine, che fai le mossette.

Penso che solo tre anni e mezzo fa nascevi. E ora stai diventando grande.

Quanta tenerezza. Soddisfazione. Quanta emozione.

Guardandoti muovere in questo piccolo angolo di mondo mi sono sentita di nuovo bambina. E mi sono rivista in te. Nei tuoi riccioli d'oro. Nella tua gioia. Nei tuoi sorrisi. Nel tuo visino sempre attento.

Ho pensato a quanto sia impegnativo diventare grandi. E a quanto sia bello. In un momento mi è passata la vita davanti. Mentre ti guardavo. Farti largo nel mondo.

E poi sei venuto da me tutto contento.
Ti ho abbracciato forte. Fortissimo. Sei il mio cucciolotto. Sono così fiera di te.






sabato 8 giugno 2013

Esiste una Cupra Montana poco conosciuta, misteriosa e seducente. Che custodisce fantasiose leggende popolari nei cunicoli scavati nel sottosuolo, utilizzati dal Medioevo al Novecento.

Esiste un gruppo di ragazzi (cuprensi e non) con la passione per la speleologia e con la curiosità di conoscere Cupra nel suo lato più nascosto e dimenticato.

Esiste un progetto dal titolo "Cupra Sotterranea" ideato da questi giovanissimi ragazzi, aderenti al Gruppo Speleologico del Cai di Jesi in stretta collaborazione con il Comune di Cupramontana.  Lo scopo è quello di conoscere, rilevare e documentare le cavità artificiali presenti nel sottosuolo. Cunicoli, cantine, neviere, cave, rifugi e un antico acquedotto romano scoperto nel 1779 dallo storico Don Francesco Menicucci, le cui tracce sono andate disperse nel tempo. 

Ora esiste anche una mostra fotografica interattiva organizzata dal Gruppo Speleologico Cai di Jesi, per far conoscere questo progetto e scoprire il valore storico che il sottosuolo cuprense nasconde. Un'occasione per incontrare Gianluca, Marco, Matteo, Federica, Serena e Giorgio, gli ideatori. E per visitare un cunicolo molto ben conservato e risalente al XV-XVI secolo. 


La mostra è visitabile anche oggi e domani con i seguenti orari: sabato 8 giugno: 17.00-20.00 domenica 9 giugno: 10.00-13.00 / 17.00-20.00 negli splendidi locali delle grotte del monastero di Santa Caterina a Cupramontana. 

Noi ci siamo stati e ne siamo rimasti affascinati. Le foto sono affiancate da mappe storiche, ricostruzioni virtuali di cunicoli e cave, plastici, pannelli esplicativi ed oggetti ritrovati nelle cavità visitate.



Ve la racconto. Ma se volete scoprirla con i vostri occhi saltate tutto il post e dirigetevi a Cupramontana!

Com'è iniziato tutto? Queste sono le parole di Matteo Cerioni, uno dei ragazzi, che potete leggere per intero nel loro gruppo Facebook. "Correva l'anno 2013 (…) quel giorno, l'ultimo di Gennaio... Nella più totale normalità delle cose, quattro ragazzi e una ragazza si incontrarono, al solito posto, alla stessa ora, con gli stessi mezzi (…) quel giorno avrebbero intuito che non era un giorno come tutti gli altri...no...non sarebbero stati più gli stessi quei ragazzi; Glielo si leggeva negli occhi che quel giorno avrebbero compiuto grandi imprese... l'adrenalina era nell'aria, l'entusiasmo alle stelle, la speranza aveva avuto la meglio sulla paura di insuccesso.. poche parole, un rombo di motori e partirono."

Alla scoperta di un mondo nuovo, sconosciuto e sotterraneo.


"Fecero pochi passi e si trovarono immersi in un ambiente straordinario... sembrava quasi che quella miniera avesse ancora una storia da raccontare, la storia di chi con fatica aveva scavato, picconata dopo picconata, quei cunicoli.... nel più totale silenzio sembrava quasi di percepire la voce di quei minatori…"

Così inizia la loro storia…che li ha portati a studiare e ispezionare decine di cunicoli, cave, neviere e cantine, rilevando centinaia di metri di cavità sotterrane e scoprire una volta per tutte quanto è rispondente al vero il "mito" delle grotte e dei cunicoli cuprensi.


Cosa hanno rilevato? Nel sottosuolo di Cupramontana sono presenti cunicoli nel centro storico, e cave, molto più ampie ed estese, situate più in periferia. I cunicoli, utilizzati un tempo come deposito per alimenti, sono interamente scavati a mano nell'arenaria e hanno quasi sempre una caratteristica forma a croce. Quasi tutte le abitazioni ne possedevano una. Alcune sono crollate. Altre chiuse. Altre ancora recuperate e ancora oggi utilizzate dai proprietari. Dalle ispezioni fatte non sembrerebbero esserci collegamenti fra di loro. Al contrario di come si ipotizzava.  

Interessante la visita guidata in un cunicolo sotto il convento. Enea ha partecipato molto volentieri.


Molto più ampie ed estese le cave di "breccione" sono situate in diverse zone della periferia di Cupra Montana. In una della cave più grandi, sono stati rilevati più di mille metri di tunnel, posizionati su due livelli: piano superiore e piano inferiore. Da queste cave, venivano estratti blocchi di pietra da cui le abili mani degli scalpellini cuprensi realizzavano delle ottime macine da mulino. Pensate che di quest'arte si ha notizia già dal XIII secolo.  La loro fattura e la loro qualità fecero estendere il commercio di questo prodotto nell’Umbria, nell’Emilia Romagna e nei territori del Regno di Napoli.

Nella foto il plastico di una delle cave ispezionate. 

Come si utilizzavano i materiali estratti? Gli strati di arenaria venivano usati come blocchi di costruzione. Le sabbie come inerte ("sabbione") da miscelare con la calce. E il "breccione", una composizione particolare di roccia forato da una grande quantità di ciottoli, per la fabbricazione di macine da mulino. 

Molto interessanti gli oggetti ritrovati nelle cavità visitate: una serie di boccette di medicinali e di inchiostro. Ci ha fatto notare Matteo, uno degli organizzatori, la particolarità della scrittura su vetro che si usava nei primi del '900 a mo' di etichetta. Sono stati inoltre rinvenuti degli strumenti da lavoro e tre proiettili.

Le grotte sono abitate da istrici, pipistrelli e da una specie di grillo (un ortottero trogiofilo) adattato a vivere esclusivamente in ambienti sotterranei… In questa foto lo scheletro di un istrice. 

Qui alcune delle immagini di "Cupra Sotterranea" in mostra, scattate da Gianluca Ubertini.

Vi ho incuriosito? Vi consiglio di approffittarne! Vale davvero la pena! E spero che tutto ciò possa, un giorno, diventare un percorso turistico. Un tassello in più per la “Capitale del Verdicchio”. 




giovedì 6 giugno 2013

La prima domenica di giugno nelle Marche c'è un appuntamento profumato e colorato: quello con le infiorate in occasione del Corpus Domini. Un momento magico dove la sacralità, la fede, l'arte e la natura s'incontrano piacevolmente disegnando pitture con i fiori nelle strade.



Vi racconto quella di Cupramontana, in provincia di Ancona, il mio paese d'origine. È un rito che affonda le sue radici nella tradizione popolare, tramandato da generazioni. Dai semplici petali sparsi a terra dai bambini si è passati, nel secondo dopoguerra, alla realizzazione di veri e propri quadri floreali, per le vie del paese.






I disegni sono realizzati dai ragazzi delle scuole medie coordinati dalla professoressa di educazione artistica. Rappresentano figure sacre e delicati ricami, geometrie straordinarie che esaltano il percorso dei fedeli lungo le vie del centro storico.




Di prima mattina i residenti si ritrovano lungo le strade dell'antico borgo medievale, estraggono dalle ceste i preziosi petali e con le mani sapienti realizzano splendidi tappeti colorati. E' un'esplosione di colori e profumi. Il giallo della ginestra, il rosso della lupinella, il bianco del giglio. In questo album potete trovare delle foto che documentano la realizzazione passo passo delle meravigliose opere floreali.

Enea è rimasto inebriato dalla bellezza e dal profumo dei fiori. Voleva toccarli per assicurarsi che fossero realmente dei petali. In alcune parti c'era riso o segatura colorata perché quest'anno per via della stagione piovosa non si sono trovati molti fiori.


Al temine del nostro giro ci ha sorpreso un'esposizione di vespette d'epoca che donava al paesello un delizioso sapore vintage.


Vi ho incuriosito? Ci sono tradizioni simili nelle vostre regioni? Raccontatemi, se vi va! E vi aspetto nelle Marche! :)





 
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