sabato 8 giugno 2013

Alla scoperta di Cupra Sotterranea

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Esiste una Cupra Montana poco conosciuta, misteriosa e seducente. Che custodisce fantasiose leggende popolari nei cunicoli scavati nel sottosuolo, utilizzati dal Medioevo al Novecento.

Esiste un gruppo di ragazzi (cuprensi e non) con la passione per la speleologia e con la curiosità di conoscere Cupra nel suo lato più nascosto e dimenticato.

Esiste un progetto dal titolo "Cupra Sotterranea" ideato da questi giovanissimi ragazzi, aderenti al Gruppo Speleologico del Cai di Jesi in stretta collaborazione con il Comune di Cupramontana.  Lo scopo è quello di conoscere, rilevare e documentare le cavità artificiali presenti nel sottosuolo. Cunicoli, cantine, neviere, cave, rifugi e un antico acquedotto romano scoperto nel 1779 dallo storico Don Francesco Menicucci, le cui tracce sono andate disperse nel tempo. 

Ora esiste anche una mostra fotografica interattiva organizzata dal Gruppo Speleologico Cai di Jesi, per far conoscere questo progetto e scoprire il valore storico che il sottosuolo cuprense nasconde. Un'occasione per incontrare Gianluca, Marco, Matteo, Federica, Serena e Giorgio, gli ideatori. E per visitare un cunicolo molto ben conservato e risalente al XV-XVI secolo. 


La mostra è visitabile anche oggi e domani con i seguenti orari: sabato 8 giugno: 17.00-20.00 domenica 9 giugno: 10.00-13.00 / 17.00-20.00 negli splendidi locali delle grotte del monastero di Santa Caterina a Cupramontana. 

Noi ci siamo stati e ne siamo rimasti affascinati. Le foto sono affiancate da mappe storiche, ricostruzioni virtuali di cunicoli e cave, plastici, pannelli esplicativi ed oggetti ritrovati nelle cavità visitate.



Ve la racconto. Ma se volete scoprirla con i vostri occhi saltate tutto il post e dirigetevi a Cupramontana!

Com'è iniziato tutto? Queste sono le parole di Matteo Cerioni, uno dei ragazzi, che potete leggere per intero nel loro gruppo Facebook. "Correva l'anno 2013 (…) quel giorno, l'ultimo di Gennaio... Nella più totale normalità delle cose, quattro ragazzi e una ragazza si incontrarono, al solito posto, alla stessa ora, con gli stessi mezzi (…) quel giorno avrebbero intuito che non era un giorno come tutti gli altri...no...non sarebbero stati più gli stessi quei ragazzi; Glielo si leggeva negli occhi che quel giorno avrebbero compiuto grandi imprese... l'adrenalina era nell'aria, l'entusiasmo alle stelle, la speranza aveva avuto la meglio sulla paura di insuccesso.. poche parole, un rombo di motori e partirono."

Alla scoperta di un mondo nuovo, sconosciuto e sotterraneo.


"Fecero pochi passi e si trovarono immersi in un ambiente straordinario... sembrava quasi che quella miniera avesse ancora una storia da raccontare, la storia di chi con fatica aveva scavato, picconata dopo picconata, quei cunicoli.... nel più totale silenzio sembrava quasi di percepire la voce di quei minatori…"

Così inizia la loro storia…che li ha portati a studiare e ispezionare decine di cunicoli, cave, neviere e cantine, rilevando centinaia di metri di cavità sotterrane e scoprire una volta per tutte quanto è rispondente al vero il "mito" delle grotte e dei cunicoli cuprensi.


Cosa hanno rilevato? Nel sottosuolo di Cupramontana sono presenti cunicoli nel centro storico, e cave, molto più ampie ed estese, situate più in periferia. I cunicoli, utilizzati un tempo come deposito per alimenti, sono interamente scavati a mano nell'arenaria e hanno quasi sempre una caratteristica forma a croce. Quasi tutte le abitazioni ne possedevano una. Alcune sono crollate. Altre chiuse. Altre ancora recuperate e ancora oggi utilizzate dai proprietari. Dalle ispezioni fatte non sembrerebbero esserci collegamenti fra di loro. Al contrario di come si ipotizzava.  

Interessante la visita guidata in un cunicolo sotto il convento. Enea ha partecipato molto volentieri.


Molto più ampie ed estese le cave di "breccione" sono situate in diverse zone della periferia di Cupra Montana. In una della cave più grandi, sono stati rilevati più di mille metri di tunnel, posizionati su due livelli: piano superiore e piano inferiore. Da queste cave, venivano estratti blocchi di pietra da cui le abili mani degli scalpellini cuprensi realizzavano delle ottime macine da mulino. Pensate che di quest'arte si ha notizia già dal XIII secolo.  La loro fattura e la loro qualità fecero estendere il commercio di questo prodotto nell’Umbria, nell’Emilia Romagna e nei territori del Regno di Napoli.

Nella foto il plastico di una delle cave ispezionate. 

Come si utilizzavano i materiali estratti? Gli strati di arenaria venivano usati come blocchi di costruzione. Le sabbie come inerte ("sabbione") da miscelare con la calce. E il "breccione", una composizione particolare di roccia forato da una grande quantità di ciottoli, per la fabbricazione di macine da mulino. 

Molto interessanti gli oggetti ritrovati nelle cavità visitate: una serie di boccette di medicinali e di inchiostro. Ci ha fatto notare Matteo, uno degli organizzatori, la particolarità della scrittura su vetro che si usava nei primi del '900 a mo' di etichetta. Sono stati inoltre rinvenuti degli strumenti da lavoro e tre proiettili.

Le grotte sono abitate da istrici, pipistrelli e da una specie di grillo (un ortottero trogiofilo) adattato a vivere esclusivamente in ambienti sotterranei… In questa foto lo scheletro di un istrice. 

Qui alcune delle immagini di "Cupra Sotterranea" in mostra, scattate da Gianluca Ubertini.

Vi ho incuriosito? Vi consiglio di approffittarne! Vale davvero la pena! E spero che tutto ciò possa, un giorno, diventare un percorso turistico. Un tassello in più per la “Capitale del Verdicchio”. 




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